martedì 14 dicembre 2010

Gluehwein


E' un po' di anni che ci ritroviamo a Campofranco, sfidando la ressa del trito e ritrito mercatino di Natale per scambiarci gli auguri prima delle feste. Sotto enormi palle rosse appese ad abeti quasi vivi, l'atmosfera risulta piacevolmente fiabesca, soprattutto dopo la seconda tazza di vin brulè. Ci scaldiamo di risate e di chiacchere. Siamo colleghe, o meglio ex- colleghe ma anche amiche. Quest'anno, causa la vita che procede, tra viaggi esotici ed esserini nuovi appena sfornati, ci troviamo solo in due. Tutto bene comunque, anzi, l'intimità concede confidenze nuove. Poi arriva lui. Stanno proprio bene insieme, vogliono un figlio, parlano della casa da comprare, si baciano, si guardano ma il vin brulè si raffredda. E' ora di tornare a casa. Non possono darmi un passaggio perchè devono andare a scegliere un anello, regalo di lui per lei ed i suoi occhi brillano. L'affetto che mi lega a loro mi impedisce di vomitare, ma mentre aspetto l'autobus mi sorprendo ad invidiarli un po'. Con un leggero senso di inadeguatezza misto malinconia arrivo a casa. Il tempo di sdraiarmi sul divano e mi arrivano tre sms:
"causa maltempo volo rinviato, si torna a casa"
"ha pianto tutta la notte e tutto il giorno e suo papà non mi aiuta"
"per me doveva essere un anello importante, conto così poco per lui"

Mi guardo intorno, mi guardo dentro e penso alle enormi palle rosse, agli abeti quasi vivi, all'atmosfera da fiaba e sento la realtà sorridere.

martedì 30 novembre 2010

amante

Questo dolore al petto è forte, non l'ho mai provato così ma non è questo a farmi più male ma la fatica a respirare, mio dio potrei anche morire. Oh no! Ti prego no, non ora e penso a te, amante trascurato e maltrattato, a cui chiedere perdono per i tradimenti, le bestemmie e le botte. Penso a te, amante premuroso e paziente, per le volte che mi hai compreso, viziato e coccolato.
Penso a te, amante rinnegato e ferito, a cui imploro nuove carezze, caldi baci ed eterni amplessi.
E mentre il dolore si fa insostenibile, tra le lacrime che velocemente evaporano dalla pelle come fuoco ti faccio le solite promesse come al più amato dei miei amanti affinchè tu mi possa riprendere, ancora una volta vita mia, abbracciarmi ancora, ancora una volta vita mia.

venerdì 29 ottobre 2010

Dis-perdersi

La libertà, quella vera, è uno spazio talmente aperto dove a volte, se non stai accorto, la tua anima si disperde.

giovedì 26 agosto 2010

hard discount

Nella testa come sugli scaffali impolverati di improbabili supermercati, discount estremi di periferia, stipati confusamente, qua e là, su e giù pensieri-merce di dubbia provenienza, pensieri-merce in offerta, pensieri-merce troppo scontati.
Voglia di piccole botteghe di spezie dove trovare, su ripiani ordinati, pensieri-zenzero di paesi esotici, pensieri-cardamomo acquistabili in piccole dosi, pensieri-cannella venduti come gioielli.
Nella testa voglia di pensieri fragranti con cui esaltare la mente profumando l'anima.
Voglia di allegri mercati rionali dove trovare, su bancarelle appiccicate, pensieri-frutta di piccole coltivazioni, pensieri-verdura dalle forme più strane, pensieri-fiori raccolti come capolavori.
Nella testa voglia di pensieri nutrienti con cui colorare la mente saziando l'anima.

domenica 15 agosto 2010

quotidianità

Speriamo che si trovi bene a questo centro estivo, almeno imparerà a nuotare una volta per tutte. Per riuscire a prenderlo alle cinque dovrò chiedere per tutto agosto un permesso, ma sì tanto ferie anche quest'anno non ne farò. Che ore sono? Cavolo già le 8.05, menomale che è venerdì, che è agosto e che a Milano c'è molto meno traffico del solito. Ma cosa vuole questo, no la borsa no, è già la terza volta quest'anno. Mio dio che dolore, non vedo più nulla cosa è stato un pugno, te la lascio la borsa, ma chi sei, no un altro pugno no, sento il sapore del sangue e la testa pulsare ma non riesco a muovermi, aiuto qualcuno mi aiuti, perchè nessuno mi aiuta, mi si sta annebbiando la vista, ma no contro il muro no, che strano calore cos'è, ma è il marciapiede quello che mi sembra di vedere così vicino, certo ho la faccia per terra, strano, perchè non riesco a rialzarmi, è sangue questo, ma non il mio, io non sento nulla, una scarpa, sono calci ma perchè non sento nulla, sta diventando buio, quanta polizia ma dove mi stanno portando, dove sto andando, non capisco, vabbè qualsiasi cosa sia l'importante è che per le cinque io possa esser in piscina a prendere il mio bambino.

venerdì 13 agosto 2010

piove

Piove e mi vengono in mente canzoni con la parola pioggia:

rain come down forgive this dirty town (Dire Straits) e penso a questa città che proprio sporca non è, che noia allora perdona me che proprio pulita non sono

on and on the rain will say how fragile we are (Sting) e penso fragili siamo fragili ma infondo siamo ancora qui

I only wanted to see you underneath the purple rain (Prince) e penso a cose proibite, fantastico intrecci viola

I've been waiting for her for so long (Cult) e penso al deserto al bisogno vitale di acqua, al bisogno vitale di qualcosa

tu che dicevi che non pioveva più, che ormai non ti saresti mai più innamorata, e adesso guardati sei tutta bagnata (Jovanotti) e penso chissà, forse, magari ma va'

It's raining men Hallejula (Geri Halliwell) e penso ma che razza di testo è questo per non parlare della canzone

piove il silenzio tra noi vorrei parlarti ma te ne vai e penso ma di chi cazzo è questa canzone.

E' sera, le previsioni danno pioggia anche domani e penso che io domani vorrei sentire you are my sunshine my only sunshine you make me happy when skies are grey e anche nella versione più allegra.

venerdì 23 luglio 2010

bacio

In quelle luci hai poi capito il colore dei loro occhi? Certo che no, tu i loro occhi umidi sfumati di arcobaleno non li hai mai guardati, se tu l'avessi fatto avresti capito che la loro profondità valeva molto più di quanto mai pagato. Non saresti più riuscito ad andartene.
In quelle notti hai poi assaggiato il gusto delle loro labbra? Certo che no, tu la loro bocca calda bagnata di sale non l'hai mai baciata, se tu l'avessi fatto avresti capito che la loro dolcezza era più di quanto mai assaporato. Non saresti più riuscito a staccartene.
In quei locali hai poi trovato quello che cercavi? Certo che sì, tu il prezzo l'hai chiesto ad ogni ragazza e così sei riuscito ad andartene, attaccato ad una di loro.

lunedì 19 luglio 2010

rock'n'roll band

Non c'è nulla al mondo che mi deprima più del passare l'aspirapolvere oserei dire che siamo a livello dello stirare. Il meccanismo strano che scatta nell'aspirapolverare ancora mi sfugge, ma il rumore assordante ed il toccare angoli nascosti suscita in me strane sensazioni e pessimi pensieri. Scattano come un disco frasi del tipo: ecco una già fa un lavoro di merda e poi torna a casa e le tocca pure questo, vorrei vincere il superenalotto ed adottare una domestica con tutta la famiglia, vorrei avere vent'anni e scappare con il cantante di una rock'n'roll band, oh cavolo uno di questi giorni devo pulire bene là sotto. E via così a scendere fino a constatazioni sull'inutilità della vita ed a paragoni improbabili con la sterilità dei lavori domestici. Immagino di non essere la sola ad affrontare in questo modo i doveri di casalinga ma oggi a me è successo qualcosa di diverso e curioso. Oggi mentre spostavo tavoli e divani pensavo a scrivere questo post ed ho trovato finalmente un senso divertente alle pulizie di casa ma soprattutto ho risolto il mio dubbio sull'esistenza o meno di questo blog.

martedì 13 luglio 2010

daddy's girl

Si smette mai di essere figli? E quando? Cosa si diventa dopo essere stati figli? Si diventa orfani, si diventa adulti o si diventa vecchi? Forse si diventa solo un po' più soli e la consapevolezza di questa nuova solitudine così diversa, così pesante ed irreversibile confonde il presente ed il passato, accorciando improvvisamente ed inaspettatamente l' idea di futuro.
Quante domande per un luogo di internauti dove le non risposte riecheggiando amplificano il vuoto, tecnicamente impossibile, certo nella vita reale, ma non qui. Qui ci si diletta, ci si sfoga, si smaltisce e si ricicla, qui si crea, si improvvisa, si dice e si racconta confidando in un eco di ritorno che mascheri il nulla, almeno per questa notte.

domenica 27 giugno 2010

dalla terra alla luna (e ritorno)

Questa è una piacevole sfida, e gli input sono molti ma non sufficienti, forse perchè in fondo tu luna non mi hai mai convinto. Così snob e dall'aria annoiata sembri sempre un po' invidiosa. A te preferisco le sfumature giallo/arancione di un lampione, le insegne colorate di un locale. Nemmeno il tuo lato scuro riesce ad affascinarmi, sei un po' scontata e sicuramente abusata io quindi prediligo le notti buie illuminate da schermi di pc e da luci di taxi. Amo la terra che non cresce e non cala, ma che, incasinata e pasticciona, pulsa sregolata. Mentre ci guardiamo un po' perplesse ricordo una canzone, non parto e non ritorno più, ma canticchiando accendo il mio abat-jour.

mercoledì 23 giugno 2010

odore

Ho cercato di riempire i polmoni del suo odore per imprimerlo nella mente,
ho inspirato il suo respiro fino all'ultimo per poterlo annusare nei giorni che verranno,
ma ora, con dolore, mi accorgo che un odore non si può ricordare, un odore lo devi prima risentire e poi lo puoi ricordare.
Odore di lettone la domenica mattina, odore di stanchezza la sera davanti alla tv, odore di montagna nelle scampagnate di famiglia, odore di onde nel mare in tempesta, odore di litigate e di perdono, odore di tenerezza, odore di ospedale.
Odore di te che non sentirò più.

lunedì 7 giugno 2010

un'altra storia

Negli uomini e nelle donne che oltrepassavano il confine, camminando a sud verso le terre proibite, cominciò a manifestarsi una strana malattia, difficile da definire, dai sintomi assai confusi. Probabilmente a causarla furono i batteri ed i virus, annidati, forse non spontaneamente, nei fanghi blu petrolio che delimitavano l'area off-limits. Ben presto alle forze militari che si occupavano dell'ordine e della sicurezza nelle contee la malattia facilitò il compito di identificazione dei trasgressori che con l'andare del tempo non ci fu nemmeno più bisogno di arrestare in quanto, piano, piano, morivano. Il governo oligarchico che dominava indisturbato ormai da decenni le terre decise di non curare gli sconfinanti fiducioso nel fatto che la malattia avrebbe ripulito il paese. Ma l'inaspettato moltiplicarsi dei casi anche tra i cittadini modello obbligò pubblicamente le istituzioni a bloccare l'epidemia. Moralmente i malati, tutti, andavano comunque puniti per cui non sì investì nel trovare un rimedio efficace ma si riutilizzarono vaccini e farmaci scartati dalle grosse case farmaceutiche perchè falliti nel loro scopo principale di guarire le altre malattie, quelle civilmente riconosciute, e abbandonati nelle vecchie fabbriche situate al limite dei fanghi blu petrolio. I reietti e non, a dispetto di ogni previsione, cominciarono a non morire più mischiandosi tra gli abitanti delle città, confondendo i confini del buono e del cattivo e sopravvivendo ai terribili effetti collaterali delle "cure". Con il passare del tempo si scoprì che le donne trattate, quelle a cui i farmaci non avevano bruciato le ovaie, cominciarono a partorire figli sanissimi ma con una particolare caratteristica: la loro pelle tendeva leggermente al blu. Fu così che i figli sfumati di blu crescendo si accoppiarono con altri figli sfumati di blu e da loro nacque l'imprevisto: una generazione forte, sana, resistente a qualsiasi malattia, che piano piano conquistò la contea, popolando tutte le terre, proibite e non. I figli dei figli sfumati di blu, una razza di gran lunga superiore a quelle fino ad ora conosciute, il nuovo passo dell'evoluzione umana, avevano una curiosa peculiarità fisica quella cioè di essere completamente blu, un blu intenso. La nuova specie si chiamò con lo strano nome "puffi" ma qui, amici miei, comincia tutta un'altra storia.

sabato 29 maggio 2010

home

La casa si trova nella zona rossa, l'unico modo per arrivarci senza farsi arrestare è scortati dai vigili del fuoco. Avvicinandoci al centro storico le sensazioni sono già forti, i palazzoni abbandonati, come spettri sventolano lenzuoli stesi. Sono richieste di pace inascoltate. Il confine tra l'ancora possibile e il non è un posto di blocco. Passiamo oltre e lo scenario è quello di un coprifuoco durante la guerra. In mezzo alle macerie le case ancora in piedi sono ferite profondamente nell'anima, anima che vaga e si rifugia negli occhi di chi arriva. Ora le sensazioni diventano odori, odore di stantio, di muffa e polvere, odore di pianto. I vigili del fuoco sono gentili, percepiscono il dolore e cercano di assecondare la confusione, sì perchè è principalmente confusione che si prova entrando nella casa, nella tua casa e vedere che la sicurezza, il calore ed il riparo si sono trasformati in pochi secondi in distruzione e paura. L'inagibilità non riguarda solo le mura, sono inagibili gli angoli delle piccole abitudini dove ritrovarsi quando ci si perde, sono inagibili gli armadi nei quali cercare i propri ricordi quando si ha nostalgia, sono inagibili gli specchi nei quali vedersi quando non ci si riconosce più. Una casa inabitabile è molto, molto di più di quello che si può percepire da un telegiornale e lo vediamo nei suoi occhi che vorrebbero restare soli per poter riordinare i pensieri e le poche cose rimaste. Ma non si può, dobbiamo andare.
Mamma non piangere, vedrai le tue rose soppravviveranno.

giovedì 20 maggio 2010

la mancanza



All' inizio c' erano la musica e il fascino della ribellione,
c' erano gli amici ed i colori della notte, i primi odori della vita
poi c' era il nulla
non so esattamente in quale momento, in quale punto
...
mi sono perduta
piano piano
mi sono ritrovata
...
ora ci sono io
ed ora che mi ritrovo mi manco
mi manco a sedici anni
mi manca il mio diciottesimo compleanno
mi mancano i miei vent' anni
e così ora che ci sono mi manco
mi manco da vivere!

domenica 18 aprile 2010

la lavatrice

L'odore è quello di notte inoltrata anche se in realtà non sono nemmeno le undici. La stanchezza inganna i sensi e la percezione del tempo. Ti siedi sulla tazza del water, pensieri confusi, pensieri pesanti. Piano piano tutto si allontana irrilevante, il lavoro, la casa, la famiglia. Un passo nel vuoto, così all'improvviso. Potresti restare lì, nei confini della follia, per l'eternità e nessuno verrebbe a cercarti.
Poi il tuo sguardo si scosta di un attimo ed eccola la lavatrice, piena di biancheria da stendere.
Così sorridi e passando dall'oblio all'oblò torni.

sabato 10 aprile 2010

il giorno perfetto

A volte succede di svegliarsi nel momento esatto, ne presto, ne tardi. Succede di fare una bella colazione e poi sapere già che vestiti mettere. A volte succede essere primavera. La temperatura è semplicemente adatta alla tua giacca preferita. La spesa è piacevole perchè in frigo hai già tutto quello che ti serve e la moneta in tasca è quella giusta per il carrello. Sì a volte succede, sembra quasi che la giornata si programmi da sola senza il minimo impegno, il pranzo, la partita di pallone e anche la serata con le amiche migliori. E, tra una cosa e l'altra, il tempo, lento, meraviglioso, tuo.

A volte quando il fuori coincide perfettamente con il dentro il giorno perfetto succede.

giovedì 8 aprile 2010

amazzoni


... senza scelta,

guerriere,

lasciate sole, le altre sono morte, a lottare contro cosa?

un'idea di donna, un' idea di sè?

Il tatto è offeso dal freddo di un estraneo, invadente, riparatore.

Allontanare lo specchio cavalcando animali fiabeschi, raffreddare il calore del grembo per evitare il contrasto, attendere lo scuro per accarezzare il maltolto, asciugare il non sudore per salvaguardare le estremità fasulle. Verbi distanti dalla guerra, tanto vicini al cuore abbandonato e poi ritrovato.

... senza scelta,

guerriere,

mai sole, le altre sono molte, a lottare per cosa?

una nuova donna, un nuovo sè?

Il tatto è lusingato dal calore di un estraneo, invadente .... riparatore.

mercoledì 7 aprile 2010

vivo



A volte essere vivo è sufficiente ma certi giorni non basta, certi giorni proprio non mi basta.