domenica 13 novembre 2011

ricordi

Notti, te le ricordi? Ti ricordi il tornare a casa, per strada non c'era nessuno e l'aria era così impregnata di delusione e rassegnazione da lasciarti in sospeso senza respirare, così tra il vivere e il morire? Giorni, te li ricordi? Ti ricordi lo stracciare della tua schedina vincente nella folle convinzione di salvare l'anima? Mesi te li ricordi? Ti ricordi il crescendo mentire per convincere il mondo di aver fatto la cosa giusta mentre tutto intorno si sfladava? Anni, te li ricordi? Ti ricordi di quanti sono avvolti nella nebbia? Ma certo tu non puoi ricordare, tu non c'eri, ma dove eri, te lo ricordi?

mercoledì 6 aprile 2011

Ascensore

Salgo perchè se scendessi non andrei da nessuna parte, salgo ma anche salire non è gran cosa. Terzo piano, giornata di lavoro, ho dormito poco e non sono di buon umore. Guardo lo specchio e sento che se ora, in questo istante, vedessi riflessa l' immagine di qualcun altro ne sarei alquanto infastidita e così mi rallegro della mia e salendo mi faccio compagnia. Sorrido, mi dispiace arrivare, vorrei stare ancora un po' con me, dopo in ufficio, in palestra, a fare la spesa, nel traffico, sarà difficile ritrovarmi. Si aprono le porte e uno sguardo complice mi saluta. A domani e buona giornata!

venerdì 18 febbraio 2011

Ballerine

Non sopporto le ballerine, intendo le scarpe, forse perchè non so ballare.
Non so ballare, intendo muoversi, forse perchè non so tenere il tempo.
Sì sono fuori tempo, fuori tempo massimo e ho perso il mio ballerino.
Non sopporto le ballerine, non sopporto il tempo e non sopporto Massimo.
Sono fuori e domani comprerò un paio di stivali da cowgirl.

sabato 5 febbraio 2011

Charles Bukowski

"se mai dovessi parlare di amore e di stelle...uccidetemi."

mercoledì 5 gennaio 2011

tutto l'anno

Manco mal, come dicono a Venezia, che non credo al detto "quello che fai il primo dell'anno lo fai tutto l'anno", altrimenti la prospettiva per il 2011 sarebbe stata pessima visto che, cominciando dalla sera del 31 fino alla Befana, mi ha accompagnato una temperatura corporea altalenante tra i 38 e i 39 gradi. Il tutto contornato da tosse, raffreddore, dolori vari. Tra i deliri della febbre, però, ho riflettuto su come programmare il mio primo giorno dell'anno nell'eventualità che il detto popolare fosse vero. I primi pensieri sono stati quelli che si fanno quando fantastichi di vincere al Superenalotto, del tipo nuotare con i delfini, mangiare frutta sulla spiaggia e così via, ma poi tra i fumi del paracetamolo e dell'ipertermia mi ritrovo, nonostante la mia spiccata concretezza e conosciuta durezza di vecchio lupo di mare, conquistate in anni di navigazione per mari di ricercata solitudine, a disegnare nella mia mente una giornata di primavera, la stanza è luminosa. È domenica mattina. Respirando aria pulita due corpi si abbracciano nel letto, sono io e il mio compagno, abbiamo qualcosa di magico, riesco a sentire l'odore forte del nostro amore, dell'unione di corpo e anima, l'odore potente della nostra perfezione. Mi scuoto un attimo per distogliermi da pensieri che non mi appartengono. Incolpo la debolezza, cerco di ripristinare l'ordine delle cose, ma poi mi accorgo, ed è così evidente, che tutto: febbre, filastrocche popolari, medicinali, sudori e vapori è lì per appoggiare il mio corpo che, dopo anni di soprusi, sta reclamando il suo diritto ad amare e ad essere amato. Con un leggero senso di colpa per il passato ma con una nuova naturalezza per il futuro sento che sarà un anno molto diverso.
Manco mal, ciò!